Il Lupo dietro casa: una presenza pericolosa o un’opportunità?
Questa mattina ho partecipato all’incontro sul tema “Il Lupo dietro casa: Una presenza pericolosa o un’opportunità ?” con la popolazione di Valbrevanna, un comune sparso italiano di 809 abitanti della città metropolitana di Genova in Liguria, accompagnando l’amico Paolo Rossi.
Dopo un caffè offerto a mezzo macchinetta con cialde dalla gentilissima signora della farmacia locale, vista la completa assenza di apposita latteria nazionalpopolare, l’incontro si è sviluppato con gli interventi dei relatori previsti, ovvero Daniela Segale (Presidente Parco Antola), Antonio Federici (Direttore Parco Antola), Adriano Zanni (Presidente ATC), Renato Cottalasso (Esperto faunistico), Massimo Campora (Esperto faunistico), Roberto Sobrero (Esperto zootecnico), Gabriele Cristiani (Fotografo naturalista), Paolo Rossi (Reporter di natura).
A parte il mix un po’ forzato tra manifestazione per il pubblico ed evento per gli addetti ai lavori, che ha causato qualche attrito/qualche sbadiglio a seconda dell’interpretazione, devo dire che il tutto è stato – almeno per me – molto istruttivo. Posto, tuttavia, che le Buone Pratiche per la protezione del bestiame ci sono (in Abruzzo convivono con la questione da decenni) e sono basate su un collaudato mix tra recinzioni elettrificate e cani da guardiania contro le predazioni del lupo, credo i problemi maggiori nascano da un complicato intreccio tra i seguenti fattori:
- cronica incapacità delle Istituzioni nella gestione del problema (“Houston abbiamo un problema” -> “Ti pago i capi abbattuti anche se non so veramente se siano stati i cani del vicino scappati ieri notte o un lupo” -> “Non te li pago neanche più perchè la Provincia smobilita e non ha più gettoni da distribuire”);
- insofferenza degli allevatori già messi a dura prova dalla crisi e dalle successive “Invasioni Barbariche” (cinghiali, daini, caprioli, lupi, e forse in futuro qualche coguaro);
- scarsa organizzazione “sindacale” dei piccoli allevatori stessi (niente “massa critica” sotto il portone della Regione);
- non ultimo, la difficoltà di organizzare un “turismo del lupo” di massa, visto che il lupo, in effetti, non si vede (almeno per i comuni mortali non avvezzi a passare settimane nel bosco).
In merito a questo ultimo punto, ci tengo a segnalare la mia glocalissima citazione in merito al passaggio dalla caccia delle mante giganti ad attività turistiche incentrate sulle stesse nel villaggio di Lamakera in Indonesia clamorosamente caduto nel vuoto.
Chiudo con un plauso al bravissimo e pazientissimo Gabriele Cristiani che ha zippato 6 mesi di appostamenti in diversi minuti di filmati davvero entusiasmanti di una femmina Alfa con i suoi cuccioli.